sabato 21 settembre 2019

Momenti Imbarazzanti parte 2

Hola!
Parte 2 dedicata sempre a mia madre che oggi avrebbe compiuto 70 anni. Auguri Mamma! 
Allora, eravamo rimasti al primo bacio, lo scambio di gomma, ok, ma avevo dimenticato il giorno in cui caddi…
Avevo circa 8 anni, forse anche meno, comunque, ero in vacanza a Campo di Giove, grazioso paesino dell'Abruzzo, e insieme a mia cugina, come ogni giorno, mi recavo al parco giochi. Di solito passavamo per la strada principale, ma quel giorno per fare prima, facemmo la scorciatoia. A me non piaceva passare di là, perché la strada era stretta e buia, e per questo ero costretta a farla di corsa. Quel giorno qualcosa andò storto perché appena girai nel vicolo...tonf! "Erika dove sei finita?"mia cugina, ed io: "Sono caduta dentro al tombino!" Il coperto non era stato agganciato ma appoggiato, ma nel buio non me ne ero accorta. Quando uscii fuori, mia cugina: "Ti sei sporcata la maglietta, adesso sentirai tua madre!" Feci spallucce e me ne tornai verso casa, ma ogni volta che mi guardavo la maglietta, la macchia di sporco cresceva sempre di più. Arrivata, mia madre mi corse incontro spaventata, chiedendomi cosa fosse accaduto ed io ovviamente raccontai il fatto e quando mi chiese di togliere la maglia, alla vista di ciò che vidi, svenni. Nel frattempo arrivò la guardia medica che mi visitò e mi mise un bel cerotto dal petto alla pancia e mi disse: "Mi dispiace piccola, a causa di questa ferita profonda, le tue "sise" non cresceranno." Mi guardavo il medico e la sola cosa che riuscivo a pensare era a quanto fossi stata fortunata a non morire di tetano per il tombino arrugginito.
Vorrei dire a quel dottore che oggi, porto una quinta di reggiseno! Tiè, alla faccia sua!
Da quel giorno ero diventata la bambina del tombino e questo non perché qualcuno mi avesse visto caderci dentro ma grazie alla linguaccia di mia cugina.
  • Il quinto ricordo, vorrei dimenticarlo visto che ero già grandina, avevo 18 anni, e in un mese, me ne sono successe di tutti i colori. Ero in vacanza da una mia amica in Sardegna, forse la prima volta senza i miei genitori. Lisa, così si chiamava la mia amica, mi presentò subito ai suoi amici, tra i quali c'era un adone di nome Sal. Wow, ero uno strafigo, abbronzato, occhialetto tondo alla John Lennon (non da vista ma da sole), fisicato, insomma, proprio BBono! Ero giovane e gli ormoni giravano a 2000... Dopo un po' che eravamo tutti intorno al falò, lui mi chiese di fare un giro, soli, sulla spiaggia, ovviamente io accettai. Passeggiammo per una decina di minuti, ma ci allontanammo parecchio dalle luci, così in un attimo ci trovammo nel buio più completo. Non vedevo un' H, lui parlava, parlava e ad un certo punto...tonf! Caddi in una mega buca fatta da qualche bambino la mattina. Immagina la scena: completo buio, lui che cerca di aiutarmi tendendo le sue mani verso di me, che però sono andate ovunque, anche nei miei occhi, ma mai arrivate a toccare le mie. Sono riuscita a liberarmi da sola nel buio, a uscire da quella buca "maledetta", e nel momento in cui cercavo il mio lui... tonf! Sal era caduto nella buca. Insomma, non è stato un primo appuntamento, ma una buca totale che faceva acqua da tutte le parti! Ah ah ah...carina questa!
  • Giorni dopo, Sal e gli altri amici erano in spiaggia a giocare a beach volley, li vidi da lontano mentre facevo una passeggiata in bicicletta. Quando si accorsero di me, mi fecero cenno di raggiungerli, così presi la bici e sfrecciai verso di loro, tra le pozzanghere create dalla pioggia del giorno prima. Ovviamente le evitavo per non schizzarmi, fino all'ultima che non potevo evitare per quanto fosse larga, così decisi di passare al centro, perché in fondo quanto poteva essere profonda? Gli stessi bambini che avevano creato le buche in spiaggia, erano passati di lì perché la pozzanghera era talmente grande che mi inghiottii con tutta la bicicletta. Quando mi liberai, il primo pensiero fu:mi avranno vista? Sì, perché li vidi tutti a testa alta in cerca della mia presenza...vitale! "Stai bene?" risposi: "Sì grazie, credo proprio che tornerò a casa adesso". E dopo sarei potuta andare altrimenti, conciata come un cencio da strizzare?
  • Non mi persi d'animo, mi cambiai e raggiunsi i miei nuovi amici con disinvoltura al campo da beach. Quando mi videro, nessuno disse nulla, così mi tranquillizzai, pensando che la sfiga fosse finita. Ma non era così. Guardavo loro giocare e tenevo i punti, poi qualcuno mi chiese: "Ti va di giocare al posto mio?" risposi titubante: "Beh, mi piacerebbe anche perché sono bravina in questo sport, sono nella squadra titolare della mia scuola". Tutti sorpresi e contenti, mi sollecitarono sempre di più, finché non mi alzai e trotterellando entrai in campo, o meglio, cercai di entrare in campo, quando il filo che teneva la rete, nascosto sotto la sabbia, non mi fece lo sgambetto. Accadde tutto in un attimo: i rampini saltarono uno dopo l'altro, e fui avvolta come un salame nella rete di pallavolo. Ci vollero più di 30 minuti per liberarmi.
Ecco, penso di averti raccontato parte delle mie disavventure da Paperino, perché se dovessi raccontarle tutte, finirei a scrivere a fine mese. Mia madre rideva a crepapelle ogni volta che le raccontavo e mi sembra ancora di sentirla ora che le sto scrivendo. Grazie per averle condivise con me Amica mia.
Smile 😀
Eka


Tesoro!!
Certo: di sicuro divertenti ora ma in quel periodo credo avresti voluto scappare!!!
Però brava, non ti sei mai persa d'animo e l'autoironia che ti contraddistingue non ti ha mai abbandonata.
Io in realtà non ne ho di ricordi....questo non vuol dire che non abbia mai fatto "figuracce" ma evidentemente il mio incoscio tende a rimuoverle! 😏
Sicuro se dovesse tornarmi qualcosa in mente sarai la prima  a saperlo 😉
Smile 😃
Lena

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